Bad Taste – Fuori di Testa (1987), di Peter Jackson

Supremo 11 Ottobre 2013 0
Bad Taste – Fuori di Testa (1987), di Peter Jackson

Bad TastePrepotentemente entrato come cult nel genere splatter ed essendo una pietra miliare per tutti i registi emergenti che vogliono fare cinema indipendente, Bad Taste è la colonna portante della nostra rubrica B Movies del venerdì. Il film segna l’esordio alla regia di un folle che risponde al nome di Peter Jackson, divenuto in seguito una leggenda mondiale grazie alla realizzazione della trilogia de Il Signore degli Anelli (2001-2003), tratta dal romanzo omonimo di John Ronald Reuel Tolkien.

La storia di Bad Taste vede un gruppo di operai alieni in missione sulla Terra, sbarcati in Nuova Zelanda per catturare selvaggina umana destinata al lancio della nuova linea di fast food di proprietà di Lord Crumb. Ma l’invio da parte del governo neozelandese di una delirante squadra d’assalto specializzata nel respingere invasioni aliene darà inizio a una vera e propria battaglia dal sapore disgustoso.

Peter Jackson, che inizialmente aveva pensato al progetto sotto forma di corto, riuscì a trasformarlo in un lungometraggio grazie anche alla New Zealand Film Commission, che stanziò 254.000 dollari neozelandesi per il completamento del film; i soldi investiti si sommarono ai 30.000 dollari trovati da Jackson durante la prima parte delle riprese: esse gli costarono tempi lunghissimi (circa 4 anni), dato che poteva girare solamente nei fine settimana. Il risultato di questo faticoso lavoro premia sia gli sforzi di Jackson e compagni che della Film Commission, convinta che questa pellicola (girata in 16 mm) sarebbe potuta diventare qualcosa di unico: e di irripetibile c’è tutto, dato che dopo la prima proiezione al festival di Cannes, il film venne venduto in 12 paesi.

La regia è tecnicamente impressionante, capace di non tralasciare nulla e dotata di un’attenzione particolare ad ogni dettaglio: una messa in scena maniacale, dove lo sguardo del regista è sempre chiaro in tutto il film, specialmente quando è richiesta l’azione. Jackson prende in giro i film hollywoodiani tutti muscoli e armi in pugno (da Commando a Rambo), e trasforma le scene d’azione in evidenti parodie delle pellicole statunitensi figlie dell’edonismo reaganiano. La sceneggiatura  collima perfettamente con il girato, innescando un’ironia pungente condita con una satira irresistibile, esaltando l’inverosimile senza mai renderlo ridicolo.

I personaggi sono stupefacenti e descritti con una minuziosità fuori dal comune, e non si può non citarli tutti. C’è l’illuminante e temerario scienziato Derek (Peter Jackson in persona, che interpreta anche Robert, uno degli alieni), l’impulsivo e irruento Ozzy (Terry Potter), il goffo e duro Barry (Pete O’ Herne), il razionale e leale compagno di squadra Frank (Mike Minett), e lo spaesato turista Giles (Craig Smith). Senza dimenticare poi il mitico Lord Crumb, interpretato dal divertente e allo stesso tempo inquietante Doug Wren.

Tutti gli attori protagonisti – eccetto Wren –  sono anche membri della troupe di Jackson, e interpretano il doppio ruolo di eroi e manovalanza aliena al servizio della ditta Crumb, a testimonianza dei veri sforzi che tutto il cast ha impiegato nella realizzazione del film. Ma il vero burattinaio in mezzo a tutto questo magma pulsante è certamente Peter Jackson, che firma insieme a Ken Hammon  e Tony Hiles  – presenti anche loro tra le fila dello squadrone alieno – soggetto e sceneggiatura. Jackson firma anche la fotografia, che non sembra molto lavorata ma si intona benissimo con tutta l’atmosfera delirante che aleggia nel film, ed è esecutore del montaggio insieme a Jamie Selkirk, anche supervisore della post-produzione, che sarà il suo montatore di fiducia in quasi tutti i film successivi.

Cosa manca? La parte più importante, ossia gli effetti speciali, e secondo voi chi mai poteva curarli? Qui Jackson dà sfogo a tutta la sua immensa creatività, cuocendo le maschere degli alieni nel forno della madre, trasformando la casa dei suoi genitori in un’autentica base aliena, sfoggiando ettolitri di sangue finto e pezzi di organi umani e progettando le armi, riuscendo sempre ad infondere un fortissimo realismo in tutto.

Le musiche di Michelle Scullion sono esaltanti nelle scene di guerriglia, ed anche emozionanti in determinati punti scenici. La canzone trainante che fa da colonna sonora al film – intitolata appunto Bad Taste – è composta da Mike Minett Dave Hamilton (anche lui interpreta uno degli alieni) ed eseguita dai Remnants. Si pone come ciliegina sulla torta di un lavoro che ha stordito tutti con la sua travolgente ironia e le innumerevoli scene cult, che restano nella storia del cinema splatter.

Bad Taste non si può dimenticare o tralasciare: rappresenta un grandissimo esempio di come nel cinema vengano apprezzate e incoraggiate le idee rivoluzionarie di un “pazzo”. Esse gli sono valse non solo i fondi necessari per completare il suo ingegno, ma il riconoscimento di aver tracciato una linea guida per tutti i registi futuri, seguendo da vicino ogni aspetto del suo film, dalla produzione fino agli effetti speciali. Peter Jackson: un genio assoluto che difficilmente verrà eguagliato, soprattutto nelle condizioni in cui versa il cinema di questi tempi.

Marco Rudel

Leave A Response »