Nel 1950 l’uscita di Cenerentola costituì la salvezza economica e d’immagine dello studio Disney, impantanato da anni in una serie di flop. Quella ragazza buona e gentile seppe incantare gli spettatori di tutto il mondo imponendosi come uno dei personaggi Disney più famosi di sempre. Oggi, con i valori del 2015, è ancora possibile venire rapiti dall’ingenuità di Cenerentola?
La Disney e il regista Kenneth Branagh sono convinti di sì. E la verità è che con il reboot live-action di Cenerentola convincono anche il pubblico. La regia attenta e delicata porta sul grande schermo una versione più particolareggiata della famosa fiaba: innanzitutto, la protagonista Ella viene presentata quando, ancora bambina, viveva felice con i genitori. Solo dopo la morte della madre prima e del padre poi, resta sola con le due sorellastre e la matrigna e diventa una sguattera confinata in soffitta e ribattezzata Cenerentola. In più il Principe diventa un personaggio concreto e ben delineato, anziché la macchietta senza nome a cui si era abituati: gli sceneggiatori Chris Weitz e Aline Brosh McKenna lo chiamano Kit e gli fanno incontrare Ella prima del famoso ballo in cui lei perderà la scarpetta di cristallo, permettendo al pubblico di conoscerlo meglio.
Ci troviamo di fronte a uno di quei casi in cui il casting è davvero impeccabile. I due volti più noti sono Cate Blanchett che, al solito, buca lo schermo con un’interpretazione superba dell’elegante e crudele Lady Tremaine, la matrigna; e la divertentissima Helena Bonham Carter negli ingombranti panni di una fata madrina buffa e indimenticabile.
Gli interpreti più giovani invece vengono tutti dalle serie tv: dal britannico Downton Abbey sono state pescate sia la deliziosa Lily James che, con il suo sorriso contagioso e i lineamenti delicati e semplici, è una perfetta Cenerentola, sia la spassosa Sophie McShera nei panni di Genoveffa; Holliday Grainger (Anastasia) era già nota per i suoi ruoli in Merlin e I Borgia; infine Richard Madden, l’elegante e romantico principe Kit, è conosciuto ai fan de Il Trono di Spade come Robb Stark.
L’originale film d’animazione possedeva delle scene di alta drammaticità, qui totalmente assenti, come il momento (terribile) in cui matrigna e sorellastre strappano il vestito di Cenerentola distruggendo ogni sua speranza di andare al ballo. Però anche questo live-action regala attimi memorabili: potente, per esempio, la sequenza del ballo con il principe, resa magica grazie alle fiabesche scenografie e ai meravigliosi costumi, rispettivamente dei pluri-premi Oscar Dante Ferretti e Sandy Powell. Non era facile realizzare una carrozza in oro senza cadere nel kitsch o vestiti adatti a rappresentare la personalità di tutti gli invitati, ma loro ce l’hanno fatta egregiamente. D’altronde il ballo è anche uno dei momenti in cui appare chiarissima la volontà di Kenneth Branagh di dare forma a un film indipendente e nuovo.
Nonostante non rinunci a qualche citazione dal cartoon, Cenerentola richiama a gran voce una sua identità. Un esempio è sicuramente la scelta di far cantare nuove melodie a Cenerentola e relegare le famose canzoni del film d’animazione Bibbidi-Bobbidi-Bu e I sogni son desideri soltanto nei titoli di coda. Così come l’inserimento del tema (inedito per questa storia) delle farfalle che accompagna la ragazza dall’infanzia sino alle decorazioni del suo outfit per il ballo (troviamo le ali sia sul vaporoso abito celeste che sulle sbalorditive scarpette realizzate da Swarovski).
Ciò che più stava a cuore a Walt Disney però è rimasto: il messaggio di speranza. A distanza di 65 anni, Cenerentola continua a insegnare i valori del coraggio e della gentilezza, capaci di portare la magia nella vita quotidiana. E il pubblico continua ad amare quella ragazza sfortunata che non ha mai smesso di guardare il mondo con positività e per questo merita il lieto fine.
Il film arriverà nelle sale italiane giovedì 12 marzo 2015.
Corinna Spirito