Crimson Peak inizia come il più classico degli horror gotici, con le inquietanti note di una lugubre ninna nanna (chiara citazione a uno dei miglior film sui fantasmi di sempre, The Innocents) e la voce di una giovane donna che afferma di vedere gli spettri da tutta la vita. Siamo a Buffalo, agli albori del ventesimo secolo, e la donna in questione è Edith Cushing (Mia Wasikowska), aspirante scrittrice di romanzi gotici decisa a combattere i pregiudizi degli editori. Nonostante i sentimenti che il medico Alan McMichael (Charlie Hunnam) nutre per lei, Edith cede al fascino misterioso del baronetto inglese Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), in America per affari insieme alla sorella Lucille (Jessica Chastain). Il fidanzamento tra Edith e Thomas è ostacolato dal padre della ragazza, attanagliato da sospetti terribili: ma quando quest’ultimo morirà in circostanze misteriose, la giovane sposerà Thomas e si trasferirà nel maniero degli Sharpe in Cumbria. La fatiscente dimora, costruita su una cava di argilla rossa come il sangue, nasconde però segreti agghiaccianti e Edith si troverà presto invischiata in essi…
Con il suo nono film, Guillermo Del Toro intende scrivere una lettera d’amore alla letteratura gotica e al ricco filone cinematografico nato da essa: come tutti i grandi classici del genere, Crimson Peak è una pellicola popolata da passioni funeste e fantasmi di un passato truculento, arricchita da echi fiabeschi (impossibile non pensare a Barbablù, tra stanze proibite e chiavi macchiate di sangue) ed esplosioni di violenza sadica. Nel suo intreccio si possono rinvenire numerosi riferimenti a film celeberrimi come The Haunting (1963) di Robert Wise e il già citato The Innocents (1961) di Jack Clayton, a sua volta tratto dal romanzo Giro di Vite di Henry James: i fratelli Sharpe sembrerebbero quasi una versione adulta degli enigmatici Miles e Flora, presenti in entrambe le versioni. Del Toro pesca a piene mani dal B movie di Roger Corman House of Usher (un fratello e una sorella soli al mondo in una magione fatiscente), tratto dal celebre racconto di Edgar Allan Poe, e non mancano neppure diversi omaggi a due maestri del giallo all’italiana come Mario Bava e Dario Argento (Profondo Rosso è apertamente citato in almeno un paio di sequenze).
L’intento di omaggiare il passato si riflette anche sul lato visivo, rendendo ogni fotogramma di Crimson Peak una gioia per gli occhi: le scenografie di Thomas E. Sanders richiamano le strutture sghembe dell’Espressionismo Tedesco e l’opulenza decorativa degli horror prodotti dalla Hammer (non per niente la protagonista si chiama Cushing), mentre la fotografia di Dan Launtser – dominata dal cremisi e dell’ambra – risulta affascinante e malsana al tempo stesso. Dal punto di vista estetico il film è curato in ogni minimo dettaglio: i costumi e le scenografie sembrano raccontare una storia, e già questa caratteristica basterebbe a promuoverlo.
È dunque un vero peccato che la pellicola non sia sostenuta da un lavoro di scrittura e direzione altrettanto attento. Impegnati a omaggiare il genere, Del Toro e il co-sceneggiatore Matthew Robbins (Mimic, Non avere paura del buio) dimenticano di firmare un copione dalla struttura compiuta: l’intreccio di Crimson Peak scopre le carte troppo presto e lo spettatore si trova ad attendere per tutto il film un colpo di scena che non arriva. Del Toro sembra dimenticare l’importanza dell’attesa e sceglie di mostrare continuamente gli spiriti piuttosto che suggerire la loro presenza, finendo per rendere inutile la loro stessa esistenza ai fini del racconto. La direzione degli attori riflette queste scelte eccessive: se Mia Wasikowska e Tom Hiddleston – grazie alla grande esperienza maturata nei film in costume – reggono bene una recitazione enfatica e teatrale, un’interprete eccezionale come Jessica Chastain, intrappolata in un personaggio incoerente e mal scritto, sprofonda a più riprese in un fastidiosissimo overacting.
Da cineasta straordinario qual è, Del Toro riesce a infondere nel film tutta la sua passione e il suo inestinguibile amore per il genere, evidentissimi in ogni momento: la straordinaria esperienza sensoriale offerta da Crimson Peak presenta però dei difetti non da poco, che ne minano la piena riuscita. Nonostante tutto, si tratta comunque di un’opera molto più intensa e personale della maggior parte degli horror odierni.
Il film uscirà nelle sale italiane giovedì 22 ottobre 2015.
Luca Buccella