Qualunque opinione si abbia sui suoi film, è innegabile che Judd Apatow abbia ridisegnato il volto della moderna commedia statunitense: la sua è una formula collaudata, fatta di produzioni a basso costo, protagonisti giovani, registi in grado di bilanciare al meglio stile e follia, e soprattutto tanto bromance maschile. Quasi tutti i volti simbolo della nuova generazione comica sono stati lanciati grazie ai suoi film, e Seth Rogen è uno di questi. Il suo è un talento poliedrico, che si esprime non solo nella recitazione ma anche nella scrittura, quest’ultima esercitata in coppia con l’amico d’infanzia Evan Goldberg. Dopo vari film di successo come Superbad e Strafumati (ma anche sonori flop come The Green Hornet), il duo Rogen-Goldberg ha deciso di “mettersi in proprio”, non solo scrivendo ma anche dirigendo un film in prima persona.
Il risultato è Facciamola finita, un’opera demenziale, scurrile e travolgente, destinata a diventare uno dei cult assoluti della commedia americana odierna. In questi ultimi tempi, abbiamo visto numerosi film incentrati sulla fine del mondo e sul modo in cui essa è vissuta da individui comuni: vi siete mai chiesti come si comporterebbe un gruppo di attori infantili ed egoisti alle prese con l’Apocalisse? È proprio questa la domanda a cui Rogen e Goldberg scelgono di dare risposta, con un’abbondante dose di follia e una cospicua quantità di spirito anarchico. Protagonisti assoluti di Facciamola finita sono proprio Rogen e i compagni della scuderia Apatow: James Franco, Jay Baruchel, Jonah Hill, Craig Robinson e Danny McBride, ognuno impegnato a interpretare una versione esagerata e cattiva di se stesso. E così, Franco è il vanesio snob, Baruchel il polemico, Hill l’insopportabile buonista, Rogen il bambinone, Robinson il pavido e McBride il selvaggio: maschere comiche che si scontrano l’una con l’altra, eterni bambini perennemente intenti a pestarsi i piedi e a farsi i dispetti a vicenda, incapaci di prendersi sul serio e tuttavia presissimi dal loro ego.
Ma non vogliamo cadere nell’errore di far passare questo film come una sottile riflessione sul ruolo dell’attore nella società moderna, poiché così non è. Facciamola finita è, sopra ogni altra cosa, una commedia surreale che porta l’asticella della demenzialità a vette raramente toccate dal cinema mainstream: il politically correct è bandito del tutto e il turpiloquio dei dialoghi raggiunge livelli gargantueschi (indimenticabile il litigio sulla masturbazione tra Franco e McBride). Rogen e Goldberg riescono a piazzare una battuta riuscita dopo l’altra, trovando sempre modo di inserire quella frase spassosa al momento giusto e non facendo vacillare per un attimo il divertimento dello spettatore, tra citazionismo cinefilo a gogò e spassosi camei; in più, il contesto apocalittico dà modo ai due registi di divertirsi nell’immaginare effetti speciali splatter e creature mostruose, che farebbero invidia a tanti horror soprannaturali degli ultimi anni.
Facciamola finita è un film con la vitalità e l’autoironia di un divertissement tra amici, al quale il pubblico ha la fortuna di poter assistere. Un travolgente e surreale concentrato di risate, demenza e follia, che non sarebbe lo stesso senza un cast così disposto a mettersi in gioco e a prendersi in giro: ogni attore mette da parte il suo ego per giocare di squadra nel nome del divertimento, come raramente si è visto in tempi recenti.