Humandroid (2015) di Neill Blomkamp

Corinna Spirito 8 Aprile 2015 0
Humandroid (2015) di Neill Blomkamp

 Layout 1Dove arriverà la tecnologia? Le macchine riusciranno mai a eguagliare il cervello umano? A queste domande prova a rispondere Humandroid, terzo lungometraggio di Neill Blomkamp.

In originale il film si chiama Chappie, proprio come il protagonista: un robot sperimentale che possiede una coscienza e un intelletto in continua evoluzione, influenzatida ciò che impara e dalle persone con cui entra in relazione, proprio come un essere umano. Il suo creatore è un giovane ingegnere della Tetravaal, Deon Wilson (Dev Patel), affascinato dalla possibilità di un’intelligenza artificiale capace di provare sentimenti e scegliere il proprio destino. La sua nemesi è il collega Vincent Moore (Hugh Jackman), convinto che il controllo dell’uomo sulle macchine sia una condizione essenziale e imprescindibile, perché a lui soltanto deve essere concesso il libero arbitrio.

Il registra trentaseienne sceglie ancora una volta la fantascienza per affrontare la paura del diverso e la guerra al pregiudizio. Come per District 9 Blomkamp co-sceneggia il film ambientandolo nella sua città natale, Johannesburg, in un futuro non troppo lontano in cui i poliziotti in carne e ossa hanno ceduto il distintivo a dei robot ben più efficienti. A differenza del suo film d’esordio, però, Humandroid si prende meno sul serio. Manca di quell’originalità nella regia e nel soggetto che aveva conquistato la critica, perdendo un po’ dell’impronta autoriale di Blomkamp per convertirsi (anche se soltanto in parte) agli standard hollywoodiani. Ecco allora spuntare tutta quella serie di ruoli senza spessore tipici della commedia spicciola: il cattivissimo nemico, l’imprenditrice che pensa soltanto ai soldi, il creatore buono, gentile e idealista. D’altronde il pubblico a cui Blomkamp si riferisce questa volta è più ampio e lo stile di District 9 non avrebbe funzionato. Quello che si conserva è la cura nella realizzazione delle creature in digitale: Chappie, a cui ha dato vita il fantastico team di animatori basandosi sulla recitazione dell’attore sudafricano Sharlto Copley, è perfettamente credibile tanto nelle scene d’azione quanto nei dialoghi. Il pubblico si affeziona subito al robot con l’aspetto da duro, il cuore d’oro e la mente di un bambino e riesce a cogliere in fretta l’invito di Blomkamp all’empatia verso chi è diverso.

Pur facendo un passo indietro, il cineasta dunque non rinuncia del tutto alla sua firma e si diverte nel portare sullo schermo una commedia che sa intrattenere senza rinunciare ai momenti di riflessione. Humandroid presenta il grande limite di trovarsi a metà strada tra il cinema hollywoodiano e quello autoriale a cui Neill Blomkamp ci ha abituati, ma resta in ogni caso una pellicola superiore allo standard della fantascienza contemporanea. Vedremo se il giovane regista sudafricano saprà fare di più nel prossimo Alien.

Il film è uscito nelle sale italiane il 9 aprile 2015.

Corinna Spirito

 

 

 

Leave A Response »