Dopo essere sopravvissuta ai 74esimi Hunger Games, Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) si è riunita alla sua famiglia nel Distretto 12, ma i ricordi delle traumatiche esperienze vissute nell’arena continuano a perseguitarla: non c’è tempo per riprendersi, poiché come ogni altro vincitore dei giochi, Katniss e Peeta (Josh Hutcherson) sono costretti a partire per un Tour della Vittoria che attraverserà tutti i distretti di Panem. Nel frattempo il presidente Snow (Donald Sutherland), preoccupato dall’aria di rivolta che si respira nella nazione, è deciso a dimostrare la sovranità di Capitol City con un’edizione commemorativa dei giochi…
Annunciato come erede cinematografico della saga di Twilight, il primo Hunger Games aveva sorpreso un po’ tutti – a parte i lettori della trilogia di Suzanne Collins – sia per il coraggio nel proporre certe tematiche a un pubblico giovanile, che per l’abilità del regista Gary Ross nell’adattare il materiale di partenza senza rinunciare a metterci del suo. In Hunger Games: La ragazza di fuoco, il budget raddoppia e la regia passa a Francis Lawrence: l’estetica da cinema indipendente viene abbandonata per un kolossal su larga scala, in cui la scacchiera si espande e le vicende prendono un respiro più ampio. Lawrence propone una visione d’insieme più coerente rispetto a Ross, confezionando un film che, pur prendendosi tutto il tempo necessario a dipanare il suo intreccio, non mostra un attimo di cedimento.
Gran parte di questa riuscita va ricondotta alla solida sceneggiatura di Simon Beaufoy e Michael Arndt, i quali riescono a trasportare agilmente acute riflessioni politiche e sociali all’interno di un film indirizzato a un pubblico giovanile: Hunger Games: La ragazza di fuoco racconta le logiche dello show business, la fascinazione nei confronti della violenza e l’oppressione di un regime dittatoriale, senza edulcorarne l’energia drammatica ma facendone il suo punto di forza. Relegando i giochi al terzo atto, il film si concentra principalmente sull’evoluzione caratteriale di Katniss: assurta suo malgrado a simbolo della rivoluzione, la ragazza in fiamme deve barcamenarsi tra l’esigenza di proteggere i suoi cari e l’odio che lei stessa nutre nei confronti del sistema.
Interpretata ancora una volta da una sensazionale Jennifer Lawrence – la quale sembra comprendere il personaggio meglio dell’autrice che l’ha creato –, Katniss si dimostra definitivamente una delle eroine femminili più riuscite del terzo millennio: riluttante ed emotivamente fragile, ma pronta a lottare per la giustizia e capace di controllare il suo destino. Per quanto riguarda i co-protagonisti, sia Josh Hutcherson che Liam Hemsworth appaiono decisamente più attivi e convincenti rispetto al primo episodio, mentre il cast di contorno è sempre più ricco, e ogni interprete impreziosisce il film con la sua presenza: da Donald Sutherland a Phillip Seymour Hoffman, passando per Jena Malone e arrivando a Woody Harrelson, Stanley Tucci ed Elizabeth Banks. Efficace anche tutto il comparto tecnico: in particolare i costumi di Trish Summerville, perfetti nel delineare la decadente opulenza della Capitale, e l’ottima fotografia firmata da Jo Willems.
Perfettamente in equilibrio fra blockbuster e ambizioni socio-politiche, Hunger Games: La ragazza di fuoco mostra ancora una volta la forza espressiva e tematica della saga cui appartiene: un prodotto altamente derivativo ma intelligente, che non andrebbe liquidato come semplice intrattenimento giovanilistico.
Il film è uscito nelle sale italiane mercoledì 27 novembre 2013.
La nostra videorecensione del film è qui.
Festival Internazionale del Film di Roma 2013 – Fuori Concorso
Tutte le nostre recensioni dal Festival di Roma sono qui.
Luca Buccella