La Tomba (2004), di Bruno Mattei

Supremo 18 Gennaio 2014 0
La Tomba (2004), di Bruno Mattei

tombapIn Messico, nell’antica città di Tehuantepee, una tribù esoterica di Maya sta per compiere un rituale sacrificale per riportare in vita la malvagia dea Coaltique. Il sacrificio consiste nel placare la sete di sangue della dea offrendole la giovane vita di una principessa vergine, ma nel momento cruciale le guardie del re irrompono nel tempio e impediscono il rituale, ferendo gravemente il gran sacerdote Tatamackly (Hugo Baret). I suoi adepti, capeggiati dalla strega Bruha (Anna Marcello), riescono a portare il corpo ancora in vita del sacerdote in una camera segreta, definita “la camera dell’aldilà”. La strega Bruha compie un antico e macabro rituale per conservare il corpo del grande sacerdote in un sarcofago, facendolo sprofondare in un sonno millenario: nella profezia è scritto che sarà risvegliato da alcuni predestinati, che gli consentiranno di riprendere il rito sacrificale interrotto. Dopo duemila anni, degli studenti universitari giungono in Messico per studiare gli antichi templi dei Maya, sotto la guida del prof. Tom Langley (Robert Madison), ma la misteriosa scomparsa della loro guida locale, il prof. Santos, li porterà a fidarsi di una guaritrice misteriosa, che li porterà nelle fauci del tempio della dea Coaltique.

Bruno Mattei – che stavolta adotta lo pseudonimo di David Hunt – dirige uno dei suoi film più apprezzati degli anni 2000, nonché uno degli z movie più ammirati dai giovani registi del genere. Prendendo spunto da una pellicola di successo come La Mummia, Bruno Mattei ne dirige una versione grottesca, divertente e volutamente imbarazzante, accontentando nel migliore dei modi il suo fedele pubblico. Le riprese sono sicuramente la parte che desta più curiosità: il film è stato girato in DV GAMMA e riversato poi in pellicola, mentre soltanto una scena viene girata in digitale, e alcuni insetti e animali sono stati ripresi con una telecamera, senza alcun riversamento in pellicola. In questo modo, Mattei sforna delle riprese a metà strada tra le ricostruzioni documentaristiche di History Channel e gli spezzoni di programmi televisivi nostrani quali Kilimangiaro – Com’è piccolo il mondo.

La sceneggiatura non presenta situazioni di particolare interesse: gran parte degli elementi del film sono ripresi direttamente dal già citato La Mummia e da Indiana Jones e il tempio maledetto, ricreando in modo più esagerato le stesse situazioni di pericolo. I dialoghi sembrano scritti da un dilettante alle prime armi, convinto che la prima regola di una sceneggiatura sia far pronunciare battute a tutti i costi, anche quando le situazioni contingenti non richiedono inutili pensieri ad alta voce.

Il cast, ad eccezione di Robert Madison, è composto di esordienti che non riescono a stare in campo senza pestarsi i piedi a vicenda. L’unica attrice che riesce ad assumere delle espressioni convincenti è Anna Marcello nei panni della strega Bruha: Mattei la scelse per interpretare una delle studentesse, ma durante le riprese decise di affidarle una parte più importante.

La scenografia di Claudio Cosentino riesce incredibilmente a stupire, contro ogni aspettativa, rendendo il film gradevole almeno dal punto di vista visivo; buoni anche gli effetti speciali, in grado di disgustare nelle scene trash.

Pur disponendo di un buon budget che gli ha permesso di creare ottimi effetti visivi, un trucco convincente e una riuscita scenografia, Mattei firma uno z movie in piena regola, realizzato volutamente con i piedi, in cui però il divertimento è assicurato.

Marco Rudel

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