The Lone Ranger (2013), di Gore Verbinski

Corinna Spirito 3 Luglio 2013 0
The Lone Ranger (2013), di Gore Verbinski

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Nel 2003 Gore Verbinski dimostrò al mondo intero la sua abilità di rimodernizzare un franchise ormai finito nel dimenticatoio come quello di Pirati dei Caraibi, da cui ebbe origine l’omonima giostra nel parco losangelino di Disneyland.

 È probabilmente in gran parte merito suo se tutto ciò che guarda la pirateria è tornato di moda negli anni 2000. Ma d’altro canto vantò la fortuna di un grande aiuto. Verbinski lavorò con i più grandi artisti di Hollywood per La maledizione della prima luna: un grande produttore come Jerry Bruckheimer, due talentuosi sceneggiatori quali Terry RossioTed Elliott, Penny Rose al reparto costumi, Klaus Badelt e Hans Zimmer per la colonna sonora, ma soprattutto un interprete d’eccezione quale è Johnny Depp, capace di far diventare cult il personaggio di Jack Sparrow.

Precisamente dieci anni dopo, Gore Verbisnki ci riprova. Riprende un’altra leggendaria serie statunitense, che verte su un’altra grande pagina di storia americana, conferma il suo cast tecnico al completo e non riesce a fare a meno di Depp.

Ecco allora che sullo sfondo degli sterminati canyon d’oltreoceano, si snocciola l’avventura del lone ranger Reid e del suo bizzarro compagno di viaggio Tonto, un indiano, solitario anch’egli. Quando il caso li fa incontrare, i due scoprono di avere nemici comuni e si alleano, pur non piacendosi, con l’intento di catturarli e consegnarli alla giustizia, sperando di porre così fine alla corruzione che dilaga sempre più nel west.

Non si può fare a meno di considerare che moltissime scene nel corso della pellicola riportano alla mente le avventure caraibiche del Capitan Sparrow. Di nuovo, difatti, ci troviamo a che fare con un giovane inesperto della vita e dagli anche troppo saldi principi morali che si confronta con un uomo più maturo, un po’ fuori di testa, ma indubbiamente saggio nel profondo. E poi ecco i colpi di pistola, gli spazi sconfinati che ci fanno gustare il sapore di libertà, l’ironia di Tonto, le fughe epiche.

Chi ricorda  la trilogia de Pirati dei Caraibi non potrà fare a meno di trovare continuamente somiglianze, ma va detto che, essendo opera dello stesso team, probabilmente non poteva essere diversamente. Anche se, il motivo non è solo questo. The Lone Ranger ci dà l’impressione di essere stato pensato proprio per chi in questi anni ha sentito la mancanza delle avventure piratesche di Will e Jack e ora ha voglia di buttarsi in un’altra storia dallo stesso stile.

Lo spettatore che riuscirà a non concentrarsi sul difetto della scarsa originalità della pellicola, si godrà un paio d’ore di puro intrattenimento, in cui i sorrisi non mancheranno. Riuscirà persino a notare che Johnny Depp sia proprio qui meno macchietta di Jack Sparrow di quanto non lo sia stato in ruoli come quello del Cappellaio Matto di Alice in Wonderland.  Quello propostoci è un Tonto molto personale, con il marchio indelebile di Depp stampato in faccia, ma proprio per questo comico e immediatamente simpatico. Armie Hammer, seppur non brillando per il talento, fa il suo lavoro e porta sullo schermo un ranger solitario credibile. Magnetica la Red della carismatica Helena Bonham Carter, ormai da anni fedele collega di Johnny Depp in molti film.

In definitiva, un action-movie per famiglie poco innovativo ma comunque ben riuscito, che farà divertire grandi e piccini.

Corinna Spirito

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