To Rome with Love (2012), di Woody Allen

Luca Buccella 20 Aprile 2012 0
To Rome with Love (2012), di Woody Allen

kinopoisk.ruQuattro storie parallele ambientate a Roma: un impresario newyorkese in pensione scopre un talento nascosto nel suocero italiano, un famoso architetto statunitense diviene la guida spirituale di uno studente, una coppia pordenonese è in vacanza a Roma, e un modesto impiegato si ritrova improvvisamente famoso.

Se dopo il riuscito Midnight in Paris si era tornati a sperare in un ritorno al Woody Allen del passato, To Rome with Love non fa che aggiungere un altro tassello alla parabola discendente del regista, sempre più spaesato nella sua trasferta europea che dura ormai da diversi anni.

Nel raccontare Roma, Allen permea il suo film di stereotipi, dipingendo una città da cartolina, priva di vita e senz’anima, permeata dalla fotografia perennemente ocra e patinata di Darius Khondji. Se nel film parigino, gli stereotipi e il gusto retrò fungevano da contrappunto alla malinconia del personaggio di Owen Wilson, questa volta essi non sono giustificati a causa di una sceneggiatura non all’altezza.

Da questo punto di vista, fra le quattro, la trama più apprezzabile è indubbiamente quello che vede il ritorno di Allen alla recitazione: il suo umorismo caustico è in gran spolvero, e l’intreccio, seppur mal gestito, regala una notevole dose di surreale follia. Discorso simile si può fare per la parte con Alec Baldwin protagonista: l’attore americano è visibilmente divertito e non mancano diversi momenti brillanti, ma purtroppo sia Ellen Page che Jesse Eisenberg non sono assolutamente alla sua altezza, e lo svolgimento risulta inconcludente, ricordando spesso lavori precedenti del regista in cui realtà e fantasia si sovrappongono, quali La dea dell’amore o Harry a pezzi.

Ma la grande falla del film sono indubbiamente gli intrecci italiani: le vicende della coppia di sposi Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi non fanno che ricalcare spudoratamente malamente quelle vissute da Leopoldo Trieste e Brunella Bovo ne Lo sceicco bianco di Fellini, con l’aggiunta di Penelope Cruz nei panni della classica prostituta alleniana dispensatrice di saggezza. L’episodio con Benigni è sostanzialmente un disastro imbarazzante senza capo né coda, in cui il comico toscano non fa che interpretare sé stesso. In cabina di regia c’è un visibile disagio da parte di Allen nel dirigere attori che recitano in una lingua diversa dalla sua, e questo si avverte con chiarezza.

To Rome with Love diverte e intrattiene, almeno in parte, e indubbiamente questo era l’intento. Il risultato finale è una commedia superficiale e prevedibile, senza alcun messaggio da comunicare, molto meno acuta e intelligente degli standard a cui il regista più europeo fra gli americani ha abituato il suo pubblico negli anni passati. La speranza è che il suo prossimo film, Blue Jasmine, possa riportarlo su territori a lui più congeniali.

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 Luca Buccella

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