Whiplash (2014), di Damien Chazelle

Corinna Spirito 12 Febbraio 2015 0
Whiplash (2014), di Damien Chazelle

Whiplash locandinaFino a che punto è giusto spronare i propri studenti a raggiungere la perfezione? C’è un limite? E chi è a porlo? Queste le domande che si pone Damien Chazelle fin da quando era un adolescente.

Ha 28 anni quando sceglie di metterle su pellicola, nel 2012. Scrive e dirige la storia, per gran parte autobiografica, di un quindicenne che sogna di sfondare nel mondo della musica. Un giovane batterista di talento che si imbatte in un maestro autoritario e violento, che spinge i propri ragazzi al limite, spesso causando danni alla loro autostima. La giuria del Sundance Film Festival resta a bocca aperta e assegna a Whiplash il premio per il Miglior Cortometraggio dell’anno. È allora che il giovane Chazelle capisce che quello short movie non è che la punta dell’iceberg.

A due anni di distanza, il regista torna al Sundance con una versione di Whiplash da 105 minuti che porta a casa il Gran premio della giuria. Il primo di una lunga serie di riconoscimenti, tra cui cinque (meritatissime) candidature agli Oscar.

A vestire i panni del protagonista Andrew Neyman è il bravo Miles Teller (già visto in Divergent), mentre nel ruolo del maestro di musica, Terence Fletcher, troviamo un J.K. Simmons al massimo della forma. Siamo certi di non esagerare dicendo che quella del tirannico professore della Shuffer Conservatory Music School sia la performance della vita per un ottimo interprete come Simmons. Forte di una sceneggiatura scritta ad arte, l’attore ha reso il personaggio estremamente vivo, umano e surreale insieme.

Da lodare è anche il giovane regista che, con mano attenta e capace, riesce a girare un film sulla musica facendolo apparire come una pellicola sullo sport. Andrew più che un batterista sembra un pugile: si sottopone a un allenamento molto duro, cerca di portare la velocità delle sue mani oltre il limite, sanguina e usa i cerotti come le fascette della boxe. D’altro canto Fletcher è un vero e proprio allenatore, con la disciplina di un sergente dell’esercito (spesso fa pensare al Maggiore Hartman di Full Metal Jacket, anche grazie a qualche citazione esplicita) e gli strumenti musicali entrano nell’inquadratura come armi. La prospettiva è unica e originale. Mai allo spettatore è capitato di guardare un’orchestra dall’interno: i tromboni bucano lo schermo con fare minaccioso, gli archetti dei violini sono affilati e spaventosi, i violoncelli terrificanti nella loro imponenza.

Le note frenetiche di Whiplash trasmettono ansia e agitazione, ma sono al tempo stesso magnetiche e coinvolgenti, tanto che le si ascolterebbe per ore. D’altronde tutta la pellicola si basa su una serie di opposti e contraddizioni che ne fanno un piccolo gioiello della cinematografia, davvero da non perdere!

Il film è uscito nelle sale italiane giovedì 12 febbraio 2015.

Corinna Spirito

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