Men in Black 3 (2012) di Barry Sonnenfeld

Luca Buccella 23 Maggio 2013 0
Men in Black 3 (2012) di Barry Sonnenfeld

MIBPL’agente J torna indietro nel tempo fino al 1969, per evitare che un vendicativo criminale alieno uccida il suo collega K, cambiando il corso della storia.

A dieci anni di distanza dalla loro ultima avventura, tornano gli uomini in nero nati dall’immaginazione del fumettista Lowell Cunningham. Men in Black 3 non è all’altezza nè dell’ottimo primo film nè del più debole secondo capitolo: a parte qualche divertente battuta pronunciata dal sempre riuscito personaggio di Will Smith, e un paio di momenti riusciti legati al contrasto anni ’60/2000 (tra cui un divertente cameo di Bill Hader nei panni di Andy Warhol), è sostanzialmente una stanchezza generale a dominare il film.

Si denota poca convinzione da parte di tutti i realizzatori: il regista Barry Sonnenfeld, onesto mestierante, riesce a fare il minimo sindacale necessario a rendere la pellicola passabile, e il geniale Danny Elfman si dimostra svogliatissimo nel realizzare la colonna sonora. Anche il lavoro svolto sugli alieni dal truccatore premio Oscar Rick Baker ha poche possibilità di brillare, colpa anche di effetti digitali fin troppo invadenti. La sceneggiatura si dimostra un grande punto debole: la sensazione è quella di un lavoro di scrittura maldestro, e infatti lo script è passato sotto diverse mani, venendo riscritto circa tre volte per correggerne le imperfezioni. In questo modo, le incongruenze – sia nell’intreccio, che rispetto ai capitoli precedenti – si sprecano e le varie vicende si susseguono prive di logica, ritmo e scopo.

Poca convinzione anche nel cast: se Josh Brolin appare piuttosto azzeccato nei panni del giovane K, regalando ottimi scambi nell’accoppiata con Will Smith, Tommy Lee Jones è invece relegato in poche scene, e la sua interpretazione appare molto svogliata. La mancanza di un villain convincente è un altro grosso punto debole, così come le prove trascurabilissime del resto degli interpreti.

Men in Black 3 è un film che intrattiene per un’ora e quaranticinque provocando diverse risate, ma risultando generalmente fiacco, dimenticabile e soprattutto non necessario.

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Luca Buccella

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