Ho cercato il tuo nome (2012), di Scott Hicks

Corinna Spirito 25 Aprile 2012 0
Ho cercato il tuo nome (2012), di Scott Hicks

ho cercato il tuo nomeHo cercato il tuo nome è l’ultimo dei sette adattamenti cinematografici dei romanzi di Nicholas Sparks e ha come protagonista Logan (Zac Efron), un giovane marine già alla sua terza missione in Iraq. Un giorno, a terra, trova la foto di una ragazza e il suo istinto gli dice di tenerla con sé. Da quel momento Logan scampa ad una serie di attacchi e si convince che a salvarlo è il suo portafortuna: la foto. Continua a fissare la sorridente ragazza bionda di quell’immagine e, appena congedato, decide che vuole trovarla e ringraziarla. Ci riesce in breve tempo, ma raccontarle la sua storia non è altrettanto facile, così quando la ragazza, Beth (Taylor Schilling), gli offre un lavoro, lui accetta volentieri: col tempo forse gli sarà più facile parlarle. Logan impara a conoscere Beth sempre meglio e finisce per innamorarsene. Lei è una ragazza sensibile, distrutta dal dolore di aver perso suo fratello in guerra, controllata da un ex-marito violento con lei e prepotente con il loro figlio di 8 anni… riuscirà a lasciarsi andare con Logan? E come reagirà alla scoperta che la causa del suo arrivo è stata quella foto?

Anche tralasciando alcune assurdità della trama (come la facilità con cui Logan riesce a risalire alla cittadina di Beth da una semplice fotografia o che in una giornata trovi lavoro ed alloggio in questo paesino sconosciuto), Ho cercato il tuo nome risulta traballante dall’inizio alla fine.

La storia fa emergere tanti temi interessanti, abbandonati poi senza approfondimento: il trauma post-guerra di Logan; il senso di inadeguatezza del figlio di Beth, Ben; la violenza psicologica inflitta a Beth dall’ex marito (lo pseudo cattivo del film), sceriffo della cittadina ben poco incline alla giustizia.

I personaggi sono potenzialmente buoni, ma, portati in scena senza trasporto, lasciano lo spettatore indifferente. Non ci appassioniamo abbastanza alla vita di Logan né al passato di Beth e quando tra i due nasce l’amore non si riesce a palpare un’alchimia tra loro, necessaria in un film d’amore. Probabilmente si sono fatti errori importanti nel casting e nella sceneggiatura.

Bene, invece, hanno lavorato gli scenografi nel regalarci atmosfere calde e piacevoli, fatte di accattivanti sentieri nei boschi e dei magici colori dell’autunno. Anche il montaggio è molto buono, soprattutto nelle scene di guerra, che, nonostante siano di contorno, sono realizzate accuratamente.

Un riconoscimento va infine fatto a Blythe Danner che, nei panni della nonna di Beth, diverte e consiglia, imponendosi come la migliore figura del film.

Non aspettatevi le lacrime a cui Sparks ha abituato finora: una pellicola meno drammatica delle precedenti, ma sicuramente anche meno emozionante.

Corinna Spirito

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