Jersey Boys (2014), di Clint Eastwood

Luca Buccella 30 Giugno 2014 0
Jersey Boys (2014), di Clint Eastwood

LocandinaJB1951, New Jersey. Il sedicenne Frankie Castelluccio (John Lloyd Young) si arrangia con piccoli furtarelli, ma sogna di sfondare nel mondo della musica insieme agli amici Tommy DeVito (Vincent Piazza) e Nick Massi (Michael Lomenda), i quali entrano ed escono continuamente di galera. La straordinaria abilità canora di Frankie – che adotta il “cognome d’arte” Valli – e le simpatie del boss mafioso Gyp DeCarlo (Christopher Walken) procurano i primi ingaggi alla band, ma sarà l’incontro con il giovane pianista e autore di canzoni Bob Gaudio (Erich Bergen) a lanciarli nella stratosfera musicale. Nasce una band che con il suo particolarissimo sound darà origine a un vero e proprio fenomeno: The Four Seasons. Ma, come per ogni celebrità, i problemi sono dietro l’angolo.

Ventisei anni dopo Bird, Clint Eastwood torna a parlare di straordinari talenti musicali con vite al limite in Jersey Boys, tratto dall’omonimo jukebox musical di Broadway ispirato alle straordinaria storia dei Four Seasons. A distinguere il film dal solito biopic è soprattutto l’atipica struttura teatrale, in cui i membri della band si rivolgono direttamente al pubblico per raccontare la loro versione delle vicende. Eastwood delinea con piglio sicuro un racconto intenso e coinvolgente, evidenziando il conflittuale rapporto dei protagonisti con l’ambiente in cui sono cresciuti. Frankie, Tommy, Bob e Nick sono quattro ragazzi nati nella parte sbagliata della città, che vedono la fama come unica d’uscita dalla periferia: i principi appresi da mafiosi e strozzini tracciano però un solco profondo nelle loro vite, influenzando irrimediabilmente le loro scelte future. Dietro le melodiche armonie doo-wop si celano quattro personalità molto differenti ma ugualmente forti, i cui caratteri non possono fare a meno di scontrarsi.

La sceneggiatura di Marshall Brickman e Rick Elice – autori del libretto originale – si bilancia alla perfezione tra dramma e commedia, inanellando una serie di momenti riuscitissimi per ritmo ed energia. I primi due atti non mostrano un attimo di cedimento e procedono rapidi come un treno in corsa, ma nel terzo l’intreccio inizia a sfilacciarsi, evidenziando delle difficoltà nel mostrare il passaggio del tempo: il film è perfetto quando si tratta di dipingere i rapporti fra i quattro protagonisti, ma spesso si perde nel mostrare elementi non essenziali. Si percepisce una leggera soggezione che impedisce di mantenere più compatta la narrazione: nonostante ciò, la solidità della prima metà impedisce alla pellicola di cedere.

La scelta di utilizzare attori provenienti dal musical originale si rivela vincente: John Lloyd Young veste i panni di Frankie Valli con una convinzione invidiabile, Erich Bergen incarna con decisione Bob Gaudio, volto “intellettuale” della band, mentre Michael Lomenda fornisce una prova ironica nelle vesti di Nick Massi, anche se penalizzato da un’espressività fin troppo ridotta. Il personaggio più interessante spetta però all’attore televisivo Vincent Piazza: il suo Tommy DeVito è un traffichino dall’energia inarrestabile e la lingua sciolta, che non sfigurerebbe in una pellicola di Martin Scorsese. L’unico volte celebre appartiene a Christopher Walken, che nel ruolo di Gyp DeCarlo traccia con poche pennellate una figura paterna accostante e allo stesso tempo minacciosa.

L’accurata scenografia di James Murakami e l’asciutta fotografia di Tom Sterne – entrambi fidati collaboratori di Eastwood – contribuiscono a rendere credibile l’ambientazione d’epoca, dai sobborghi di Newark agli scintillanti locali di Las Vegas: al resto ci pensano le celeberrime canzoni dei Four Seasons, interpretate con energia e brio dai quattro protagonisti.

Jersey Boys è dunque una pellicola accattivante che, nonostante alcuni difetti di scrittura, dimostra per l’ennesima volta la straordinaria abilità di Clint Eastwood nel portare qualsiasi personaggio allo stesso livello del pubblico. Non ci sono divinità o star irraggiungibili nel suo cinema: solo persone comuni che tentano di dare un senso alle loro vite, nel bene e nel male.

Il film è uscito nelle sale italiane mercoledì 18 giugno 2014.

Luca Buccella

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