American Hustle – L’apparenza inganna (2013), di David O. Russell

Supremo 1 Gennaio 2014 0
American Hustle – L’apparenza inganna (2013), di David O. Russell

apparenzaNe sono successe di cose importanti negli anni ’70 e sicuramente l’operazione Abscam è una di queste. C’era un bisogno generalizzato di porre un freno alla corruzione ormai dilagante tra i membri del Congresso degli Stati Uniti d’America e la voglia di intervenire in qualsiasi modo.

David O. Russell (Three KingsThe FighterIl lato positivo – Silver Linings Playbook) firma un progetto ambizioso che non si propone solo il semplice obiettivo di narrare gli eventi storici, ma anche quello di analizzare nel dettaglio gli elementi principali che hanno preso parte all’operazione, mostrandone i lati umani ed esasperandone i caratteri, creando così una pellicola ben ambientata, di interesse storico, ma romanzata al punto giusto da catturare l’attenzione dello spettatore che magari ignorava le vicende trattate.

Eric Warren Singer ne scrive la sceneggiatura nel 2010 a quattro mani con Russell e la intitola American Bullshit (quest’ultima parola ricorre spesso nel corso del film), ma all’inizio nessun produttore scommette su di essa e passa del tempo prima che venga presa in considerazione. Le riprese iniziano nel Massachusetts a marzo 2013, ma il progetto è destinato a interrompersi di nuovo a maggio, in seguito al tragico attentato durante la maratona di Boston.

American Hustle è la storia dell’artista della truffa Irving Rosenfeld (Christian Bale) e della sua amante Sydney Prosser (Amy Adams), costretti a collaborare con Richie DiMaso (Bradley Cooper), agente federale con la voglia di far carriera velocemente tentando di incriminare politici e personaggi importanti in relazioni con la malavita.

Irving è un personaggio scanzonato, che vive la vita come viene, e già da piccolo dimostrava tutta la sua indole da truffatore, quando, per aiutare gli affari del padre, gestore di una vetreria, girava per la città distruggendo le vetrine dei negozi. Quando cresce, il suo business cresce con lui. La gestione della sua società di prestiti senza scrupoli e il traffico di opere d’arte lo fanno vivere dignitosamente, fino a quando Sydney non entra nel suo mondo e tutto cambia: la sua vita sentimentale, divisa a metà con la moglie Rosalyn Rosenfeld (Jennifer Lawrence), sposata per amore di un bambino, unico vero legame tra loro; e poi il suo lavoro, in cui Sidney diventa partner formidabile e dal talento innato, dovuto anche alle varie difficoltà affrontate nel corso della vita.

Ma l’incontro più importante è quello tra Irving, Sydney e Richie: quando il destino li avvicina, le loro storie si intrecciano e saranno costretti a collaborare fino all’ultimo per uscire da una situazione più grande di loro.

È da sottolineare la prestazione superlativa di tutto il cast. Da nomi di questo calibro ci si aspettava una grande risposta sullo schermo che è arrivata. Christian Bale caratterizza molto bene Irving, dimostrando ancora una volta tutto il suo carisma e la capacità di adattarsi a personaggi fisicamente sempre diversi, e creando la figura di un truffatore “buono”, che vive sulle disgrazie altrui ma riconosce il valore della famiglia e dell’amicizia. Amy Adams, bella come non mai, recita per la maggior parte del film fingendo un accento inglese non suo, e si dimostra la compagna ideale per Bale, nel suo disperato tentativo di far funzionare un rapporto pieno di problemi, tra due anime affini, destinate a superare qualsiasi difficoltà. Anche Bradley Cooper ne esce a testa alta; il suo affascinante agente dell’FBI è un giovane opportunista che costringe tutti a sacrifici enormi per la sua ambizione maniacale.

Calca la scena con fierezza e charme anche la stupenda Jennifer Lawrence che affronta tutti senza paura, con un pizzico di cattiveria e celando molto bene l’animo fragile del suo personaggio. David O. Russell regala alla giovane attrice un altro ruolo da Oscar.

Jeremy Renner è invece il sindaco Carmine Polito, un amico del popolo finito in pasto a belve feroci senza scrupoli. Particolarmente toccante la scena nel finale dell’incontro con Irving nella sua abitazione prima che lo scandalo diventi pubblico.

E per finire annotiamo la simpatica apparizione dell’intramontabile Robert De Niro, nelle vesti di Victor Tellegio, classico mafioso dal grilletto facile, la cui inquietante presenza si fa sentire anche se per pochi minuti.

In conclusione, i truffatori e i personaggi corrotti di American Hustle – L’apparenza inganna sono anime nobili ma troppo impulsive e uomini ambiziosi ma poco fortunati, in un’epoca di grandi cambiamenti, dove la realtà non è sempre quello che appare ai nostri occhi. Per citare Irving: “Non tutto è bianco o nero, la maggior parte delle volte è grigio“.

Il film è uscito nelle sale italiane mercoledì 1 gennaio 2014.

Fabrizio Patacchini

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