Tartarughe Ninja III (1993), di Stuart Gillard

Luca Buccella 16 Settembre 2014 0
Tartarughe Ninja III (1993), di Stuart Gillard

tmnt3_jpgGiappone feudale, 1603. È in atto una sanguinosa guerra tra il potente shogun Norinaga (Sab Shimono) e i ninja capitanati da Mitsu (Vivian Wu), una sprezzante guerriera, la quale ha una relazione sentimentale segreta con Kenshin (Henry Hayashi), figlio dello shogun. Quando Kenshin è accusato di averla difesa in battaglia, Norinaga è travolto dal disonore ed è sul punto di uccidere suo figlio, ma Walker (Stuart Wilson), un trafficante d’armi europeo, lo convince a risparmiarlo ritenendolo utile per sterminare gli odiati avversari. In preda alla rabbia, Kenshin si reca nelle segrete della fortezza di suo padre, e trova un curioso affresco raffigurante dei Kappa, strane creature molto simili a delle tartarughe.

New York, 1993. Le tartarughe Ninja, sconfitto definitivamente Shredder, vivono tranquillamente in una stazione metropolitana in disuso, al riparo da occhi indiscreti. April O’ Neal (Paige Turco), si reca nel sottosuolo per far visita ai suoi cari amici, portando loro dei doni. Tra le tante cianfrusaglie spicca uno scettro antico, provienente dal Giappone feudale: in quello stesso istante, nel passato, Kenshin trova uno scettro identico. Improvvisamente April si ritrova nel passato, intrappolata nella fortezza, mentre Kenshin finisce nel presente, circondato dalle mitiche tartarughe che, una volta scoperto il misterioso trasferimento temporale, riusciranno anche loro a tornare indietro nel tempo per salvare April e portare giustizia nel Giappone dei samurai.

Nel terzo e ultimo capitolo nella trilogia delle Tartarughe Ninja la regia passa a Stuart Gillard, anche autore della sceneggiatura. Il film cambia letteralmente ambientazione rispetto ai capitoli precedenti: da una New York cupa e asfissiante a un Giappone feudale ricco di dinamismo, con stupende battaglie che rimandano immediatamente ai film di Akira Kurosawa, in particolare a I sette samurai.

Le tartarughe si trovano perfettamente a loro agio nelle armature da samurai, che ebbero un ottimo riscontro nella fortunata serie di giocattoli uscita dopo il film, mentre per quanto concerne l’intensità delle scene di combattimento, assistiamo a un ritorno al primo capitolo: i quattro protagonisti si prendono più sul serio rispetto alle troppe gag della seconda pellicola. L’elemento fantascientifico delle origini delle tartarughe è sostituito dalla mitologia giapponese, che narra dell’esistenza di alcuni rettili umanoidi conosciuti come Kappa: questo particolare fa sì che l’esistenza delle Tartarughe Ninja sia accettata dagli abitanti del Giappone feudale. La sceneggiatura è abbastanza complessa: il viaggio nel tempo è ispirato a un episodio presente nel fumetto originale, ma la storia è inedita e ricca di personaggi, nonostante alcuni – Walker in primis – appaiano sacrificati o privi di logica.

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Il lato fantascientifico è troppo estremo, ma alcune chicche sono geniali (i quattro samurai che, nel futuro, diventano teledipendenti). L’elemento che stupisce maggiormente è il lato sentimentale delle tartarughe – in particolare di Michelangelo e Raffaello – che proiettate nel passato riescono a vivere al fianco degli umani senza nascondersi, riuscendo a essere accettate in un mondo che, grazie anche alle tradizioni folkloristiche, non si rifiutava a priori di comprendere l’inspiegabile nel giudicare gli eventi naturali.

Il cast vede la conferma di Paige Turco nei panni di April: con più spazio nel copione, l’attrice riesce a entrare al meglio nella parte, complice anche una storica gag che esplode non appena April giunge nel 1603. Viene richiamato alle armi il talentuoso Elias Koteas, ma in questa nuova avventura si trova a interpretare due personaggi: l’implacabile Casey Jones e Whit, una guardia dissidente di Walker. Koteas non fatica a svolgere il doppio ruolo, ma la scelta di togliere spazio a Casey lascia l’amaro in bocca. Il cattivo di turno tocca a Stuart Wilson, che ha il carisma per imporsi come tale ma inevitabilmente fa rimpiangere lo storico Shredder.

Nonostante le numerose critiche ricevute, Tartarughe Ninja III ha ottenuto un buon successo al botteghino ma non ha raggiunto la popolarità dei due precedenti episodi, portando a interrompere la saga cinematografica: non resta che attendere l’imminente reboot prodotto da Michael Bay, che ha recentemente trionfato al box office statunitense. Tristemente i costumi delle tartarughe sono stati accantonati in favore della CGI, ma questa scelta non potrà fermare il nostro grido: Kawabonga!

Marco Rudel

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