Biancaneve e il Cacciatore (2012), di Rupert Sanders

Luca Buccella 11 Luglio 2012 0
Biancaneve e il Cacciatore (2012), di Rupert Sanders

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Il trend di modernizzazione delle fiabe al cinema sembra ormai inarrestabile a Hollywood, e la formula si è consolidata: si prendono un paio di attori noti al pubblico giovanile, e si costruisce intorno a loro un film semplice, che abbia preferibilmente un triangolo amoroso al suo centro. È dunque da questo presupposto che nasce Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders (già il secondo adattamento della fiaba ad uscire nel 2012): non sorprende dunque la presenza di Kristen Stewart, volto della saga di Twilight, nei panni della principessa dai capelli color dell’ebano.

A cambiare però è il genere di appartenenza: dimenticando totalmente la semplicità del racconto originale, il film si presenta in tutto e per tutto come fantasy puro, soprattutto nell’impianto narrativo, che vede Biancaneve non più vittima passiva ma eletta predestinata a riconquistare il trono di suo padre, combattendo in prima persona contro la matrigna usurpatrice. Della storia originale, oltre a specchi magici e mele avvelenate, resta ben poco: la continua ricerca di un’estetica dark è solo apparente, e gli elementi più macabri e ritualistici della fiaba vengono eliminati in favore di un film appetibile a un vasto pubblico.

Ciò che resta è comunque un fantasy piuttosto godibile che può contare su buon cast: Charlize Theron, pur scivolando a più riprese nella caricatura, porta in scena una Regina Cattiva molto riuscita, che spesso si dimostra il vero centro del film. La Stewart dimostra di non essere male se ben diretta, ma purtroppo il personaggio di Biancaneve è scritto in maniera maldestra, mostrando un’evoluzione narrativa troppo repentina e ingiustificata. Ottimo invece Chris Hemsworth nella parte del Cacciatore, prima incaricato di catturare Biancaneve e poi suo prezioso alleato: il giovane attore australiano, reduce dai suoi successi nei panni del Dio del Tuono, è piuttosto convincente nel ruolo di un antieroe riluttante e alcolizzato: peccato che queste caratteristiche vengano presto dimenticate per rendere il personaggio più positivo. Nei panni degli otto (?) nani troviamo una folta schiera di caratteristi inglesi (Bob Hoskins, Ray Winstone, Toby Jones, Nick Frost, Ian McShane, Eddie Marsan, Johnny Harris e Brian Gleeson): personaggi interessanti e ben resi che avrebbero sicuramente meritato più spazio.

Molto riuscito l’aspetto visivo, che pur non mostrando nulla di particolarmente originale regala scenari di ottima fattura, anche se l’impianto stilistico e le scelte di regia prendono molto in prestito dalla trilogia del Signore degli Anelli, dalla saga di Harry Potter e dai kolossal in costume di Ridley Scott.

Visto il successo economico riscosso da Biancaneve e il Cacciatore, è già in preparazione un’inevitabile e per nulla necessario sequel. E nei prossimi anni l’invasione “fiabesca” al cinema è destinata ad aumentare, tra Hansel e Gretel, Jack e il fagiolo magico e chi ne ha più ne metta…

La recensione è apparsa originariamente su:

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Luca Buccella

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