Colin Firth, Taron Egerton e i Take That a Roma per “Kingsman –Secret Service”

Corinna Spirito 3 Febbraio 2015 0
Colin Firth, Taron Egerton e i Take That a Roma per “Kingsman –Secret Service”

The Secret ServiceSpessissimo durante la visione di Kingsman – Secret Service sentiamo dire dai personaggi: “Questo non è quel tipo di film!”, riferendosi ai classici film di spionaggio alla James Bond. Quando in conferenza stampa viene chiesto agli interpreti di definire la divertentissima e brillante pellicola che si sono trovati a girare, Colin Firth con la sua caratteristica spontaneità ed eleganza british risponde: “È un film di Matthew Vaughn”. E, in verità, è proprio una definizione azzeccata.

Il regista di Kick-Ass e X-Men – L’inizio ha portato sul grande schermo una spy-story originale e personale, difficile da paragonare con qualche film visto in precedenza (qui la nostra recensione e la trama).

A presentarlo, presso l’Hotel De Russie, al centro di Roma, c’erano il giovane Taron Egerton, il premio Oscar Colin Firth e i Take That (Gary Barlow, Mark Owen e Howard Donald), che hanno realizzato la canzone che accompagna i titoli di coda del film, Get ready for it.

Colin Firth ha raccontato di aver sempre sognato, come forse tutti i ragazzi della sua generazione, profondamente influenzata dai film di James Bond, di diventare una spia. “Anche se” ha ammesso “forse non sarei stato un granché”. Per interpretare in maniera tanto convincente le numerose scene d’azione di Kingsman – Secret Service, l’attore ha dichiarato di essersi sottoposto a un duro allenamento per sei mesi prima dell’inizio delle riprese. “Tre ore al giorno con ben dieci allenatori” ha ammesso “sono stati utili soltanto per il film. Se qualcuno mi attaccasse oggi, al massimo potrei difendermi con un passo di danza”.

Anche Taron Egerton si è allenato molto per interpretare il ruolo di Eggsy. Il ragazzo, che esordisce sul grande schermo proprio con Kingsman – Secret Service, è stato scritturato poco prima dell’inizio delle riprese e dunque non ha avuto a disposizione un vasto arco di tempo per allenarsi: ha dovuto concentrare il training in poche settimane e poi continuarlo anche una volta iniziato a girare. “Di solito iniziavo la giornata andando in palestra, poi mi spostavo sul set e a volte tornavo ad allenarmi anche la sera” ha spiegato il venticinquenne completamente a suo agio con la stampa. “Le condizioni fisiche devono essere eccezionali, altrimenti alcune scene sono impossibili da girare. Io volevo dare del mio meglio sul set, quindi ho dato il massimo anche negli allenamenti”.

Colin Firth è stato cordiale, composto ed elegante durante tutta la conferenza. Ha più volte voluto sottolineare che tutte le scene di Kingsman – Secret Service sono semplicemente frutto della fervida fantasia del regista e sceneggiatore Matthew Vaughn e dell’autore dell’omonimo fumetto Mark Millar. Niente è attinto dalla realtà, ci si è invece ispirati al mito di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda. “Non penso che esistano sul serio organizzazioni come la Kingsman, altrimenti sarei veramente spaventato”: ha ammesso.

L’attore premio Oscar per Il discorso del re ha anche dato il suo parere sulla diffusione aKSS_JB_D25_02498.CR2 macchio d’olio della tecnologia e del numero sempre crescente di persone dipendenti da Internet e social network. “Io non sono sui social network, non so nemmeno cosa sia un hashtag!”: scherza l’attore, per poi parlare dell’immensa responsabilità dei nuovi strumenti di comunicazione. “Come tutte le cose così potenti, possono evolversi nel bene o nel male. A volte dettano le condizioni dei nostri rapporti, ma sono anche degli strumenti di grande democrazia: danno a ognuno la possibilità di partecipare, creare. Basti pensare che oggi si può realizzare un film con il proprio iPhone. Allo stesso tempo però è sempre più raro vedere la gente che alza la testa dal proprio cellulare. Poco tempo fa ero a Venezia (che considero una delle città più belle del mondo) e tutti erano con il telefono in mano impegnati a fotografare, filmare o scrivere qualcosa, senza veramente godersi il magnifico luogo in cui si trovavano”.

Taron Egerton, invece, ha ammesso di essere “un vero twitterer” e di esserne spaventato: “Mi accorgo sempre più spesso di quanto sia dipendente dai social network e il fatto che sia un settore tanto poco regolamentato è qualcosa che fa paura“.

Anche i Take That hanno dichiarato di essere tutti sui social network e di utilizzare spesso e frequentemente la tecnologia. Gary Barlow in particolare, che ha dichiarato di comunicare abitualmente su Whatsapp con il figlio quattordicenne per qualsiasi cosa: “Quando è pronta la cena gli scrivo: ‘Scendi, è pronto!’”. E a dimostrazione della sua vita costantemente connessa, il cantante ha anche fotografato la sala piena zeppa di giornalisti e postato l’immagine sul suo profilo Twitter.

Corinna Spirito

 

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