Storia d’inverno (2014), di Akiva Goldsman

Luca Buccella 13 Febbraio 2014 0
Storia d’inverno (2014), di Akiva Goldsman

StoriadinvernoIl fantasy è probabilmente uno dei generi cinematografici più complessi da affrontare: ogni ingrediente deve essere calibrato e soppesato con attenzione, soprattutto in fase di scrittura, o si rischia di mandare la credibilità a farsi benedire. In particolar modo, il sottogenere della fiaba moderna richiede una mano particolarmente capace di trasportare tematiche e stilemi fantastici in un contesto realistico, al fine di rendere credibile lo sviluppo degli eventi. Storia d’inverno, esordio alla regia dell’incostante sceneggiatore Akiva Goldsman, potrebbe essere visto come una sorta di manuale d’istruzioni per illustrare ad aspiranti sceneggiatori tutti gli errori da evitare nella scrittura di un fantasy.

Alla base del film c’è l’omonimo romanzo di Mark Helprin, complessa parabola esistenzialista ambientata prima nell’età vittoriana e poi ai giorni nostri, incentrata sul necessario equilibrio tra Bene e Male: sfiorando temi quali il libero arbitrio e il ruolo delle religioni nella società, Helprin racconta la storia di Peter Lake, giovane ladro cresciuto per le strade di New York a cavallo tra Ottocento e Novecento, il cui amore per l’aristocratica Beverly Penn, affetta da tubercolosi, trascende i limiti del tempo e dello spazio. Akiva Goldsman approccia la storia con i migliori propositi, intenzionato a trasporre sullo schermo il realismo magico del libro e le sue atmosfere fiabesche, ma il risultato è a dir poco fallimentare.

Al fine di convertire in film un’opera così ricca, il regista opera una totale banalizzazione del testo, trasformando Storia d’inverno in una melensa fiaba romantica ambientata sullo sfondo di una guerra “celeste” in cui angeli e demoni si contendono le anime dell’umanità. Solitamente a suo agio con toccanti drammi realmente accaduti – basti pensare a A Beautiful Mind –, stavolta Goldsman mostra evidenti debolezze: la sceneggiatura, dopo una prima parte poco incisiva, s’incaglia in una serie di svolte sprovviste di concatenazione logica per arrivare a un finale che priva di significato quanto accaduto nella prima ora. Sul fronte tecnico la situazione non è affatto migliore: la regia appare fortemente statica, il montaggio presenta diversi errori di continuità, e gli effetti visivi non sono all’altezza di una costosa produzione hollywoodiana.

Il ricco cast soccombe sotto la disastrosa sceneggiatura e la regia fuori controllo. Colin Farrell appare spaesato e confuso, Jessica Brown Findlay riesce a dare vulnerabilità al suo personaggio ma è penalizzata da una scrittura indegna, mentre ottimi attori come William Hurt e Jennifer Connelly sono alle prese con ruoli dello stesso spessore della carta velina. Piuttosto a suo agio Will Smith nell’inedito ruolo di Lucifero, peccato che i momenti che lo vedono protagonista sembrino appartenere a un altro film, e assolutamente disastroso Russell Crowe nel ruolo di Pearly Soames, demone deciso a ostacolare a tutti i costi la felicità di Peter Lake: eccessivo, teatrale e gigione, non sfigurerebbe come villain principale in un film di Batman diretto da Joel Schumacher (ricordiamo che Batman & Robin fu scritto proprio da Goldsman).

Storia d’inverno è un film sbagliato sotto tutti i punti di vista, che affoga dei presupposti interessanti in un mare di ridicolo involontario, scelte registiche maldestre e imprecisioni. Speriamo che Akiva Goldsman torni al lavoro che gli riesce meglio: raccontare storie umane toccanti e tangibili. Purchè stia alla larga dal fantasy.

Il film è uscito nelle sale italiane giovedì 13 febbraio 2014.

Luca Buccella

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