1962. Siamo a Baltimora, all’apice della Guerra Fredda. Elisa Esposito (Sally Hawkins), una donna delle pulizie affetta da mutismo a causa di un incidente infantile, lavora in un laboratorio di ricerca scientifica. La sua vita è scandita da una serie di precise abitudini, dall’amicizia con il vicino di casa omosessuale Giles (Richard Jenkins), con cui condivide l’amore per i musical, e dal lavoro, che ha inizio all’alba. Quando una misteriosa creatura acquatica (Doug Jones) arriva nel laboratorio, Elisa inizia ad essere misteriosamente dall’essere. Intanto, il colonnello Strickland (Michael Shannon), nuovo capo della struttura, comincia a condurre esperimenti sul mostro…
La forma dell’acqua – The Shape of Water è forse il lavoro più equilibrato di Guillermo Del Toro. Da bambino, il cineasta messicano vide Il mostro della laguna nera (1954), il classico b-movie fantascientifico di Jack Arnold, e per tutta la durata del film parteggiò per la creatura dotata di branchie, immaginando una storia d’amore con il personaggio interpretato da Julie Adams. È proprio così che nasce questo progetto: fin da piccolo, Del Toro sognava di dare un coronamento alla storia d’amore tra la creatura e la fanciulla. Ma sul film c’è l’impronta di svariati generi, anche al di fuori della fantascienza. Tutto la pellicola è immersa in un’atmosfera trasognata da realismo magico che omaggia l’età d’oro di Hollywood – specialmente il musical classico in stile Fred Astaire e Ginger Rogers -, ma riesce anche a delineare in maniera cruda e diretta un mondo violento, dominato da un machismo tossico, in cui i “diversi” sono relegati agli angoli della società, privati di una voce, continuamente torturati e respinti. Al centro di tutto, però, c’è una grande storia d’amore sincera e trattata con estrema delicatezza, una delle visioni di romanticismo più toccanti mai viste. Al maschilismo dannoso del colonnello Strickland – interpretato con un misto di insicurezza e gelida furia da Michael Shannon –, si oppone la poetica dei diversi incarnata dai protagonisti principali, in primis la creatura acquatica interpretata dal grande Doug Jones (attore feticcio del regista ed ex-mimo), animalesca eppure dotata di una comprensione estremamente umana. Nel ruolo di Elisa, ridotta al mutismo non solo fisicamente ma anche socialmente, Sally Hawkins regala la miglior interpretazione femminile del 2017. La forma dell’acqua è una fiaba romantica interrotta da sprazzi di violenza improvvisa, che non può lasciare indifferenti. Come in ogni fiaba, non mancano le ingenuità e i punti poco chiari, ma la sceneggiatura scritta dal regista insieme a Vanessa Taylor chiarisce fin da subito le proprie intenzioni, dando inizio alla pellicola con una voce narrante che ci parla di principesse senza voce e mostri in agguato (ma non quelli che ci si aspetterebbe). Il film più riuscito di Guillermo Del Toro, premiato con gran merito a Venezia e ai più recenti Oscar.
La forma dell’acqua – The Shape of Water è uscito nelle sale italiane il 14 febbraio 2018.
Luca Buccella